Descrizioni di Ammalati di comunismo: la febbre rossa di Karl Marx gratuitamente
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Cos’è veramente stato il comunismo? E come analizzarlo alla luce del suo recente fallimento? Di sicuro una tra le più importanti filosofie dei tempi moderni, un amplissimo movimento socio-culturale che ha condizionato i destini di larga parte dell’umanità contemporanea. Certamente, però, anche una tragedia per milioni di persone; purtroppo una pandemia per innumerevoli popolazioni sul pianeta.
Konrad Lorenz sosteneva che “l’ineguaglianza dell’uomo è uno dei fondamenti di ogni cultura”, che “il punto di vista egualitario è completamente antibiologico”, e che “gli uomini sono diversi dal momento stesso del loro concepimento”.
Ed ancor prima di Lorenz, un certo Georgij Plechanov, misconosciuto padre del marxismo russo, così scriveva dal suo letto di morte nel 1918: “Lenin é una mia creatura, ma la sua rivoluzione sarà una sciagura per tutto il movimento operaio.(...) gli operai da salariati del capitalista si trasformeranno in salariati di uno Stato feudale, e i contadini, ai quali verrà tolta la terra, ne diventeranno i servi della gleba. La storia russa sarà spinta su una falsa via, senza sbocco”. (...) Il cammino del bolscevismo, breve o lungo che sia, sarà inevitabilmente caratterizzato da una falsificazione della storia, da crimini, da menzogna, da demagogia e da atti infami”.
Ed allora come interpretare correttamente il percorso storico del marxismo nell’ambito dell’ottica evoluzionistica umana? E perché mai un movimento di pensiero dalla così straordinaria capacità di penetrazione nel sociale, e tanto pregnante di valenze idealistiche tale da essere vissuto quasi religiosamente dai suoi adepti, ha poi registrato in un arco temporale di nemmeno un secolo la propria iperbole filosofica?
La tesi proposta in questo libro si rifà alla “teoria cellulare” di Schwan, che nel 1839 in seguito alle sue ricerche scientifiche scoprì “le cellule come organismi, e gli animali interi e le piante come aggregati di questi organismi, associati secondo leggi definite”. Ed ancora a quella di Virchow, noto per aver scoperto che i fenomeni morbosi nell’uomo conseguono ad alterazioni delle sue cellule.
L’umanità è dunque immaginata alla stregua di un vero e proprio organismo che, ad un certo punto del proprio percorso esistenziale possa essersi ammalato, e ritrovato inopinatamente infettato da una sorta di virus delle intelligenze.
La dottrina collettivista viene dunque ricostruita, passo passo, come una malattia psichica che abbia colpito la funzione “cogitante”, e dunque la mente dell’Organismo-Umanità; ed il suo teorizzatore inquadrato nella misura di una cellula neuronale impazzita, che differenziandosi progressivamente abbia dato innesco ad un processo degenerativo crescente, poi esploso nella patologia comunista: la “febbre rossa” di Karl Marx.
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